Gli impegni lavorativi hanno rallentato i miei aggiornamenti a questo sito, ma non voglio farvi perdere nemmeno una delle mie escursioni - un po' pochine a dire il vero... - degli ultimi tempi.
L'ultima in ordine di apparizione è stata quella del 28 dicembre 2011 sul Monte La Nuda dell'Appennino Bolognese: questa precisazione è doverosa, perchè il nome "Nuda" ricorre almeno altre due volte tra i monti dell'Appennino Tosco-Emiliano - come sa chi ha letto con attenzione il libro Quota 2000, andatevi a rivedere l'Introduzione...
In compagnia degli amici Delu e Giuseppe, e di alcuni ragazzi della parrocchia di Sant'Antonio di Bassa Quaderna (nella bassa bolognese, appunto...) siamo partiti con tempo splendido da Madonna dell'Acero e seguendo il sentiero CAI 323 che parte dal centro visita del Parco Regionale del Corno alle Scale di Pian d'Ivo ci siamo inoltrati nell'abetaia mista a faggeta che ricopre l'ampio versante nord della Nuda.
Qualche accumulo di neve più consistente l'abbiamo trovato solo nell'abetaia che costituisce la parte più elevata dei boschi da attraversare.
Poi, usciti sul grande prato sommitale che da il nome alla Nuda, paradossalmente la neve si è fatta ancora più scarsa, riducendosi a un sottile strato ghiacciato che ricopriva a malapena l'erba, le carline e le poche piante di mirtillo e ginepro nano. Sottile, ma insidioso, specie in discesa, come ben sanno gli escursionisti che hanno sfidato i canalini del Corno e i Balzi dell'Ora proprio in quei giorni, rischiando la pelle per un brutto scivolone.
Fuori dal bosco, ci ha accolto quasi con veemenza un grandioso panorama, che si ampliava via via ad ogni passo, fino alla cima.
Gratificati dalle meravigliose vedute del medio e basso Appennino a nord, digradante fino alla pianura padana, e della chiostra dei monti del crinale a sud, abbiamo così raggiunto in tutta comodità la vetta, a quota 1828 metri sul livello del mare.
E sempre in tutta comodità abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco, dato che in cima non tirava un filo di vento, fatto questo davvero raro sulla Nuda e più in generale sulle vette alto-appenniniche.
Alla fine, un bel tè caldo con biscotti davanti al focolare nell'austera foresteria del Santuario di Madonna dell'Acero è stata la degna conclusione di una splendida giornata.
Giovanni Mazzanti