Quota 2000 verso quota 4000 - Carissimi, domenica 12 luglio 2009 ho festeggiato il mio compleanno (lasciamo perdere la “quota” degli anni, che è meglio…) nel modo migliore. Infatti sono salito in vetta al Monte Cevedale (3769 m), al confine tra Lombardia, Trentino e Alto Adige con gli amici "Delu" (alias Andrea De Luigi) e “Barun” (alias Gianluca Baroni), già compagni di tante avventure e protagonisti di gustosi episodi del libro Quota 2000.
E così Quota 2000 si è avvicinato alla quota 4000. Non solo perché il suo autore è salito ai 3769 metri della vetta del Cevedale, ma anche perché Renato Alberti, gestore del Rifugio Casati (3269 m, CAI di Milano, v. sito
http://www.rifugiocasati.it/ita_home.htm), ha acquistato una copia del libro, realizzando così
una sorta di gemellaggio tra Alpi e Appennini! E così al Rifugio Casati, base di partenza per la via normale al Cevedale e lambito dal ghiacciaio che scende dalla vetta, ci si può documentare sull'Alto Appennino Tosco-Emiliano. Dunque, un doveroso ringraziamento alla famiglia Alberti, che tra l'altro gestisce in modo esemplare il rifugio, meta dei tanti escursionisti che da qui partono per le numerose e spettacolari ascensioni e traversate della zona.
La salita al Monte Cevedale lungo la grande vedretta del Cevedale è stata agevolata dall’abbondante manto di neve che ancora ricopre il ghiacciaio “sigillando” pressoché tutti i crepacci, ad eccezione del crepaccio terminale tra Zufall Spitze (3757 m) e vetta del Cevedale, che va attraversato con cautela (v. foto).
Il tempo è stato complessivamente buono, a parte nubi
alte e stratificate in arrivo dal Passo Resia e un vento forte che investiva proprio la parte finale e più impegnativa dell’ascesa, dal crepaccio terminale in poi. Nonostante la salita dal Casati sia relativamente semplice e breve – abbiamo impiegato appena un’ora e 50 minuti – la soddisfazione per il raggiungimento della vetta è stata tanta, soprattutto per gli spettacolari scenari attraversati durante il percorso e per il panorama incomparabile che si gode dalla cima, da cui si irradiano in tutte le direzioni i ghiacciai che conferiscono al Cevedale il caratteristico aspetto perennemente immacolato: le vedrette del Cevedale, della Forcola, della Mare, di Rosole, di Cedec e del Pasquale. E su tutto domina la piramide di roccia e ghiaccio del Gran Zebrù, dall’aspetto decisamente “Himalayano”. Più lontano, vigila la possente sagoma del re del gruppo montuoso Ortles-Cevedale: l'Ortles (3905 m).
Giovanni Mazzanti