E non sa assolutamente che la conosciamo come le nostre tasche, che siamo ottimamente attrezzati, che sappiamo come muoverci, etc. etc.
Ultima riprova l'escursione fatta il 26 dicembre 2011, giorno di Santo Stefano, con mio cognato Stefano - appunto... - allo Scaffaiolo. Sì, proprio il caro vecchio Lago Scaffaiolo, meta e tema di tante mie escursioni e post dalle pagine web di questo stesso blog. Eppure lo Scaffaiolo, a noi che "lo conosciamo come le nostre tasche, che siamo ottimamente attrezzati, che sappiamo come muoverci, etc. etc" ha insegnato ancora qualcosa...
Siamo partiti per smaltire tortellini, cappone e panettone con una bella sgambata facile facile "giocando in casa" nell'alta Val Dardagna. Sapevamo che avremmo trovato la neve, ma che ce ne sarebbe stata poca. Dalle previsioni meteo, sapevamo che il tempo sarebbe stato buono, a parte qualche velatura, ma che ci sarebbe stato vento: una trentina di km all'ora, con raffiche oltre i quaranta km/ora.
Dunque ci aspettavamo che il vento avrebbe potuto accumulare la pur scarsa neve da qualche parte - e per questo ci siamo portati appresso le ciaspole - e avrebbe potuto levigarla e indurirla fino a farla diventare vetrato da qualche altra parte - e per questo ci siamo portati appresso ramponi e piccozza.
E abbiamo fatto bene: infatti nella parte bassa del catino della Val di Gorgo il vento aveva accumulato sul sentiero CAI 333 delle quantità di neve non trascurabili, che in alcuni punti ci facevano sprofondare fin oltre il ginocchio. Mentre sul crinale, il vento gelido aveva levigato la poca neve creando lastre durissime e perfino alcune chiazze di vetrato, che facevano tutt'uno con la brughiera di mirtillo e di erba cervina.
E il successivo tratto dallo Scaffaiolo al Passo Tre Termini è stato davvero problematico, sotto le sferzate del gelido vento da Nord Est, tra uno sprofondare negli accumuli di neve ventata e un arrancare sulle lastre di ghiaccio: avremmo dovuto continuamente alternare ramponi e ciaspole!
Poi ai Tre Termini, sotto un cielo grigio plumbeo per le "velature" molto più consistenti del previsto, ecco il culmine del vento: raffiche oltre 100 km all'ora, che mi hanno dato la netta sensazione di potere sollevare e sbattere giù in Toscana, tra Cutigliano e Lizzano Pistoiese, i miei ottantun chili di simpatia (senza considerare zaino, vestimenti e attrezzatura )...
Decisione quantomai saggia, confermata anche dalla notizia che proprio in quei momenti una escursionista avventuratasi sui Balzi dell'Ora se l'era vista davvero brutta e poteva considerarsi una miracolata, essendosela cavata dopo un balzo di più di 200 metri con qualche frattura ed escoriazione.
Eh sì, la montagna ha sempre ragione e ha sempre qualcosa da farci imparare...
A proposito di cose da imparare, chi sa dirmi cos'è il vortice di ghiaccio che ho fotografato sulla superficie congelata del Lago Scaffaiolo? Ce n'erano anche altri due o tre. Alieni?
Presenze inquietanti?
Tentativi di trivellazione del ghiaccio per pescare pesci surgelati?
Sorgenti subacquee?
I segni delle piroette fatte dal "pattinatore" del Soccorso Alpino che abbiamo incontrato al Duca degli Abruzzi?
O che altro?Giovanni Mazzanti