Finalmente riesco a "postare" una breve descrizione del bel giro che abbiamo fatto io e mia figlia Silvia a fine ottobre (!!) al Lago Scaffaiolo e dintorni.
Partiti nel primo pomeriggio di sabato 29 ottobre dalle Polle, ci siamo incamminati in direzione del Passo del Lupo, tra abetaie e faggete silenti ed incantate, avvolte nei loro magici colori autunnali. Il tempo era mite e splendido, non tirava una bava di vento. E in giro, noi e pochi altri amanti delle cose belle...
La nostra passione di escursionisti è stata subito premiata: nella ripida faggeta in prossimità del Passo del Lupo - nomen omen - abbiamo sentito uno scalpiccio sulle foglie secche. Ci siamo girati in direzione del rumore: pensavamo fossero caprioli. E invece abbiamo visto due ombre grigie correre 30-40 metri sopra di noi, furtive e silenziose: gambe sottili e lunghe, musi appuntiti, la lunga coda vaporosa. Due lupi!
Raggiunto il Passo ancora in preda all'emozione, abbiamo risalito la potente dorsale che divide la Val Dardagna dalla Valle di Ospitale. Usciti dal bosco nei pressi del Cinghio Sermidiano, proseguendo lungo l'esile crinale dal profilo ad "esponenziale crescente", abbiamo guadagnato non senza fatica la vetta dello Spigolino.
Giunti in vetta, ci siamo goduti il panorama incantevole: cielo sereno e terso, foschia verso la pianura Padana, foschia anche verso la Toscana, ma un riflesso lucente ci ha rivelato la superficie del Mar Tirreno.
Seguendo lo spartiacque appenninico, tra prati, carline e cippi confinari, siamo piacevolmente giunti sulle rive del Lago Scaffaiolo, placido, immoto e incantevole come sempre.
Siamo ripartiti il mattino successivo baciati dal sole, con una coltre di nebbia bianca e vaporosa ai nostri piedi stesa a ricoprire il medio e basso Appennino Emiliano fino alla pianura. Senza un filo di vento, abbiamo percorso lo stupendo crinale dallo Scaffaiolo al Passo dello Strofinatoio, dissetandoci alla fonte del Cornaccio.
Poi abbiamo rimontato Punta Giorgina e siamo arrivati in vetta al Corno alle Scale, fermandoci sotto alla croce di Punta Sofia per uno spuntino. Dalla vetta abbiamo come al solito scattato tante foto e, comodamente seduti, abbiamo anche potuto ammirare i balzi eleganti di una coppia di caprioli che scendevano a rotta di collo lungo la pista da sci "Direttissima".
Quindi, forse per emulare i caprioli, ci siamo lanciati - si fa per dire: con grande prudenza!!! - giù per la ripida discesa dei Balzi dell'Ora, dove Silvia ha dato il meglio di sè, seguendomi con cautela e attenzione, ma senza la minima esitazione anche nei passaggi più impegnativi.
Dal Passo del Vallone siamo risaliti fino alla Nuda, dove abbiamo pranzato, sotto un sole caldo e ancora nella più totale assenza di vento.
Dalla Nuda siamo scesi all'incantevole Valle del Silenzio, nel grande circo wurmiano del Cavone. Poi sempre più giù, lungo il Rio Piano, seguendone i meandri e poi le cascate, fino al Lago e al Rifugio del Cavone.
Scortati da un'insolita mandria di muli, siamo infine arrivati al parcheggio delle Polle, salendo in auto e tornando a casa secondo il più classico degli adagi: "stanchi, ma felici".Giovanni Mazzanti
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