Lunedì 8 giugno 2009 alle ore
18:00, nell'ambito della mostra fotografica
"Cartoline della montagna" di
Federico Tais (da non perdere, v. sito
http://www.federicotais.it/) che si tiene dal 1 Giugno al 5 Luglio nella libreria Feltrinelli International, Via Zamboni 7/b, 40126 Bologna, c'è stato un interessante dibattito sulla Montagna e sul ruolo del Club Alpino Italiano. Sono intervenuti:
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Federico Tais, che ha raccontato la sua esperienza di fotografo professionista "convertitosi" alla passione per la montagna, passione che gli ha fatto percorrere in solitaria e con in spalla la sua pesante attrezzatura tutta l'alta via n.1 delle Dolomiti (da Braies a Belluno) scattando foto stupende - alcune delle quali esposte nella libreria Feltrinelli International;
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Francesco Motta, vice-presidente del Gruppo Regionale CAI Emilia-Romagna, che ha ricordato le origini e il ruolo

storico del CAI come promotore della conoscenza della montagna a 360° (non solo dal punto di vista alpinistico ed escursionistico, ma anche da quello scientifico e culturale) e ha raccontato aneddoti ed episodi occorsigli nella Alpi e in particolare in Val d'Aosta;
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Vinicio Ruggeri, presidente del CAI Bologna, che - come esempio attuale di questa storica vocazione del CAI - ha illustrato le molteplici attività svolte dal CAI Bologna (corsi, escursioni, studi scientifici, attività sociali);
- il sottoscritto,
Giovanni Mazzanti, interpellato da Federico con la domanda retorica "l'Appennino Tosco-Emiliano è vera montagna?". Gli ho risposto con una carrellata di foto tratte in gran parte dal libro Quota 2000 e che mostrano come l'Appennino Tosco-Emiliano sia "montagna sul serio", e che proprio per questo va affrontato con attenzione, attrezzatura, esperienza, conoscenza e preparazione all'altezza, strumenti tutti che il CAI e i corsi che esso propone consentono di conseguire.
Al riguardo una piccola "chicca" accaduta in diretta.
Non mi sto riferendo alle inenarrabili difficoltà per proiettare la presentazione in powerpoint (schermo LCD non collegato, non settato correttamente, etc. etc.), ma a una "pastiche" tra me e una gentile esponente del pubblico, una signora "ricca d'anni e di esperienza". Mentre inizio la presentazione, ponendo a tutti la domanda che ritengo retorica "l'Appennino Tosco-Emiliano è vera montagna?" - e alla quale quindi credo ovvio tutti rispondano "SI'" - la signora si affretta a rispondere ad alta voce con un bel "NO", scuotendo laconicamente il capo. E io ovviamente subito a contraddirla, con dotte e varie argomentazioni. Ma lei non cessa di fissarmi ciondolando il capo con disapprovazione. Della serie: "Fantozzi alla presentazione...".
Scherzi a parte: è veramente duro a morire il pregiudizio che l'Appennino sia una montagna di serie B. Se qualcuno la pensa così, mi contatti all'indirizzo
mazzanti.giovanni@gmail.com e lo porterò in un paio di posti dove sono certo che cambierà idea... :-)
W l'Appennino!
Giovanni Mazzanti