Partiti da Bologna sotto il diluvio, ci siamo sciroppati la pioggia per tutto il lungo viaggio – più di 300 km – che ci ha portato nei paraggi di Montemonaco (AP), per l’esattezza al Rifugio Monte Sibilla (1540 m). Qui, sotto un cielo cupo ma inaspettatamente parco di pioggia, abbiamo risalito il ripidissimo pendio erboso che sovrasta il rifugio fino al monte Zampa e quindi abbiamo bordeggiato lungo la regolare ed interminabile cresta che conduce al Monte Sibilla (2176 m), affacciati da un lato sull’alto Piceno e dall’altro sui vertiginosi abissi delle gole dell’Infernaccio (vedi foto).
Il tempo di scendere a valle e siamo stati subissati da una pioggia torrenziale, che per tutta la notte ha sferzato il nostro albergo (l’accogliente "Taverna della Montagna" di Foce di Montemonaco).
Ci siamo consolati con coratella di agnello, polenta, carne arrosto e un ineffabile liquore a base di grappa e anice aromatizzati alla genziana... Ma soprattutto si è fatta sentire la voglia di stare insieme e di “fare gruppo”.
Ci siamo consolati con coratella di agnello, polenta, carne arrosto e un ineffabile liquore a base di grappa e anice aromatizzati alla genziana... Ma soprattutto si è fatta sentire la voglia di stare insieme e di “fare gruppo”.
Ma ancora una volta è venuta fuori la nostra capacità di resistere, di concentrarci sul cammino e di darci la carica vicendevolmente. Abbiamo seguito ordinatamente le “dritte” di Mauro: valutando l’entità, la consistenza e l’esposizione degli accumuli di neve rimasti dall’inverno e il manto di neve fresca che via via si faceva più spesso, abbiamo scelto il percorso più sicuro e – non senza fatica, ma in un tempo davvero buono – al ritmo di 400 m di dislivello all’ora abbiamo coperto i quasi 1000 metri di dislivello da Foce al Lago di Pilato.
E poi… finalmente un po’ di relax sui verdi prati a monte di Foce, dove ci siamo cambiati e abbiamo pianificato il rientro a Bologna.
Giovanni Mazzanti
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