“Anche fosse la più inospitale tra le terre, quella che per prima ha visto aprire i nostri occhi ci apparirà la più bella ed accogliente, quella a cui ci sentiremo per sempre legati ed eternamente riconoscenti. Mi sentivo in debito e questo amore viscerale per il mio paese natio, il dolce Pratorotondo nel vallone di Unerzio, unito alla passione d’andar per monti ad oltre cinquant’anni mi ha portato ... a scrivere queste note. Con questo lavoro ho cercato di far conoscere un paradiso, farlo apprezzare senza rumori, esser di stimolo a chi sa gioire per un fiocco di neve, per viver pienamente la Val Maira, in piena libertà e senza ferirla, apprezzandone il delicato isolamento nel fascino dell’abito invernale.”
Non ho potuto non far mie queste parole con le quali Bruno Rosano spiega i motivi che l'hanno indotto a scrivere il suo libro di sci-alpinismo "CHARAMAIO en Val Mairo - (Nevica in Val Maira)".
Infatti - anche se sembra fuori luogo in queste torride giornate di aprile 2011 che l'era dell'effetto serra ci sta "regalando"- ho potuto gustare i paradisi innevati della Val Maira (vallata Occitana nelle Alpi Cozie, in provincia di Cuneo) il fine settimana del 25, 26 e 27 marzo scorsi. Quel fine settimana mi sono aggregato come aiuto-accompagnatore all'ultima uscita del corso di escursionismo invernale del CAI Bologna, su invito del direttore del corso Mauro Pini.
Eravamo una trentina. Partiti il venerdì pomeriggio da Bologna, abbiamo salito e disceso monti e valli in una due-giorni memorabile, con pernottamenti a Frere di Acceglio e a Chialvetta, appunto nel succitato Vallone di Unerzio.
Che giornate spettacolari! Aiutati da un tempo bellissimo, il sabato siamo saliti da Ponte Maira (1404 m) al Monte Estelletta (2316 m), circa 950 metri di dislivello. E la domenica, sfruttando al millesimo la mattinata - sapevamo che il tempo sarebbe peggiorato nel pomeriggio - da Chialvetta (1494 m) siamo saliti al Bric Cassin (2636 m), più di 1100 metri di dislivello.
Immersi nella neve (fino a più di due metri e mezzo), sprofondati tra le montagne: che cosa potevamo volere di più?
Giovanni Mazzanti
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