Sarà il caso di mettersi in pari!
Cominciamo allora con le Apuane e l'anello Campocatino (1050 m) - Tambura (1890 m) portato a termine insieme a Mauro Pini il 9 maggio 2014.
Ritrovo al mattino presto, l'autostrada ci aspetta buia e deserta.
Quando albeggia, ci concediamo un caffè al Passo della Cisa e lo accompagnamo con delle memorabili paste alla crema.
La crema gialla, squisita e strabordante piace anche al pavimento...
Arriviamo alle otto che fa già caldo: la giornata è stupenda.
Partiamo dall'assolato e caratteristico borgo in pietra e marmo di Campocatino a poco più di 1000 m di quota sul versante Garfagnino delle Apuane.
Il borgo prende il nome da un verdeggiante circo glaciale del quaternario annidato ai piedi del Monte Roccandagia (1717 m).
Superate le ultime case, il sentiero sale deciso. Prima tra prati, poi tra boschi di faggio dal fondo pietroso.
Quindi, con uno scorbutico traverso cambia direzione portandosi nel ripido vallone delimitato dal versante nord della Tambura e dal versante est del Pisanino.
Il vallone è segnato dalle cave di marmo ed echeggia dei suoni monotoni delle macchine operatrici al lavoro.
Verso l'altro si vede, subito sopra il limite della vegetazione d'alto fusto, l'ampio e irregolare pendio inclinato della Carcaraia: un deserto d'alta quota di roccia calcarea disseminato di inghiottitoi.
E, sorpresa, è ancora ingombro di neve!!! Proviamo allora a portarci sulla cresta Nord-Est della Tambura, risalendo - non senza fatica - un ripido canalone ingombro di neve primaverile ora dura, ora granulosa e fradicia.
Giunti alla sella tra Monte Roccandagia e Tambura ci si apre davanti la grandiosa visione dello strapiombante versante Sud-Ovest della Tambura.
E ci appare ben chiaro che la cresta Nord-Est per ora non è percorribile se non con mezzi alpinistici.
Allora, con un bel traverso in cordata su neve insidiosa, superiamo le asperità del primo tratto di cresta e la raggiungiamo nuovamente dove essa si mostra praticabile.
La ripida salita ci porta in breve in vetta alla Tambura (1890 m) con visione spettacolare a 360°.
A Nord la vetta imponente del re delle Apuane, il Pisanino; e più oltre il lungo orizzonte dell'alto Appennino Tosco-Emiliano, con tutte le principali vette in fila: vicini sono Prado, Cusna, Nuda del Cerreto e Succiso, più lontani Giovo, Rondinaio, Tre Potenze e Cimone.
A Sud le brevi e precipiti valli della Versilia, a tratti scorticate dalle cave di marmo; più oltre la costa e il mare, che si intuisce tra le nubi.
Un rapido pasto, foto e autoscatto.
Poi scendiamo lungo la cresta Sud-Ovest della Tambura fino al Passo omonimo, e sprofondiamo nella valle sottostante, prima pietrosa e aridissima, poi boscosa e fresca.
Ci lasciamo accanto e di fronte altre cave di marmo bianco e grigio, con gli accecanti sfasciumi dei ravaneti che contrastano con il verde intenso delle faggete.
Dopo l'inutile ricerca dell'eremo di San Viano, completiamo l'anello riportandoci nella conca glaciale di Campocatino.
Una bella bevuta alla fontana - ci voleva, il caldo è già intenso anche se siamo solo ai primi di maggio - accanto alla bella statua di marmo dedicata ai Pastori delle Apuane
E poi via, si torna a Bologna.
L'album di Vasco "Buoni e cattivi" e il suo rock accattivante ci fanno passare il lungo viaggio in un'attimo.
Giovanni Mazzanti
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